Requiem for the Living
di Dan Forrest
Requiem for the Living
di Dan Forrest
“Requiem for the Living”, titolo della composizione, il cui intento è dichiarato nel titolo “Requiem per i Vivi”, dedicata al suffragio dei defunti ma dedicata anche ai vivi che lottano contro il dolore per la scomparsa dei propri cari, il silenzio di coloro che ci hanno lasciato e il grido dei vivi che sale al cielo nella lotta contro il dolore per la perdita dei propri cari e soprattutto nella promozione della vita, della dignità umana e della pace.
Dopo l’introito e il Kyrie, che si sviluppano su crescenti elaborazioni basate su sole tre note, il secondo movimento: invece del tradizionale Dies Irae, che è richiamato con mere allusioni musicali, si alternano contrappunti aggressivi a lunghe fluttuanti linee melodiche (con citazioni del Kyrie), mentre il testo si basa sul versetto biblico “Vanità della vanità, tutto è vanità” per poi lanciarsi nel Pie Jesu e Lacrimosa. Poi subito, invertendo l’ordine liturgico, l’Agnus Dei quale invocazione, nel dolore e tribolazione, della pace e liberazione dal dolore. Dopo la redenzione dal dolore ecco il Sanctus che offre tre diversi scorci dei “cieli e della terra, pieni della tua gloria” ognuno dei quali sviluppa lo stesso tema musicale, la prima come apertura aerea ispirato dalle immagini dallo spazio offerte dal Telescopio Spaziale Hubble, la seconda ispirata dalle immagini offerte invece dalla Stazione Spaziale Internazionale, la terza porta infine l’ascoltatore sulla terra dove le città pullulano di energia dell’umanità. Chiude l’opera il Lux Aeterna che ritrae luce, pace e preghiera per i defunti e per i vivi.
Viene eseguita nella versione cameristica per: violino, violoncello, flauto, oboe, fagotto, arpa, organo e percussioni.